L’invecchiamento rappresenta una tappa di un processo biologico universale e ogni individuo con il passare degli anni è esposto a un progressivo rallentamento delle funzioni fisiologiche.
Analogamente, anche il cervello è soggetto a cambiamenti che riguardano le funzioni cognitive (attività mentali, capacità di ragionamento, memoria), comportamentali ed emotive. Per decadimento cognitivo e mentale si intende il deterioramento delle capacità intellettive, tale da interferire con le attività quotidiane.
In Italia vi sono circa 1 milione di persone affette da demenza e circa 900 mila affette da una condizione a rischio definita come Mild Cognitive Impairment (Mci, deficit cognitivo isolato). La promozione di stili di vita salutari e un maggior controllo delle patologie che possono produrre un danno al sistema nervoso centrale possono infatti avere un effetto reale in termini di prevenzione in quanto circa il 30% dei casi di demenza e di Mci possono essere evitabili.
Esiste un decadimento cognitivo lieve, che deriva da una minima compromissione dell’attività del cervello, che riguarda la memoria ed è legato al normale invecchiamento; si manifesta con piccole dimenticanze che possono creare qualche difficoltà individuale ma che non compromettono le attività abituali della vita quotidiana. Recentemente, è stato osservato come una quota rilevante di persone che hanno questo disturbo possa tornare a un profilo cognitivo normale. È molto importante, quindi, valutare bene le persone con un decadimento cognitivo lieve, poiché tale condizione può anche risolversi spontaneamente. Etichettarle con una “diagnosi incerta”, invece, potrebbe generare ansia e stress. Talvolta, tuttavia, il declino cognitivo può perdurare e progredire in disturbi più gravi e invalidanti per cui la persona manifesta una sempre maggiore difficoltà di concentrazione, facile distraibilità, difficoltà di pianificazione, stati confusionali e sensazione di smarrimento in contesti sociali allargati o sconosciuti, oltre ad avere difficoltà nel linguaggio sia scritto che parlato.
Non esiste una cura specifica per rallentare il declino cognitivo; è tuttavia possibile attuare interventi di prevenzione.
Si può attivamente ridurre il rischio di declino cognitivo e di demenza adottando uno stile di vita salutare. L’OMS consiglia di svolgere attività fisica regolare per il mantenimento di una buona performance cognitiva nelle persone più anziane. Suggerendo agli adulti con più di 65 anni di svolgere attività fisica aerobica di intensità moderata (per esempio, camminare, ballare, andare in bicicletta) almeno due ore e mezza a settimana, oppure attività fisica aerobica ad alta intensità (per esempio, nuoto, tennis, camminata in montagna) almeno 75 minuti a settimana. Altri suggerimenti riguardano: ✔️ astensione dal fumo, ✔️ evitare il consumo di alcol, ✔️ il controllo del peso, ✔️ adozione di una dieta salutare, ✔️ controllo della pressione del sangue, dei livelli del colesterolo e della glicemia.
➡️ Inoltre l’isolamento sociale, l’assenza di stimoli che tengano viva l’attività del cervello e il basso livello di scolarità possano essere implicati nella comparsa della demenza
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