L’arteriosclerosi è una malattia cronica e progressiva dei vasi sanguigni che si manifesta in età adulta o avanzata ed è dovuta all'ispessimento e alla perdita di elasticità delle arterie determinando una diminuzione del flusso sanguigno che raggiunge le aree del corpo (tessuti) irrorate dall'arteria malata.
I termini arteriosclerosi e aterosclerosi sono spesso usati come sinonimi; con arteriosclerosi si identificano tutte le forme di indurimento, ispessimento e perdita di elasticità della parete arteriosa, quali l’aterosclerosi (il cui restringimento è causato dall'accumulo di materiale lipidico, proteico e fibroso).
Questa condizione si può sviluppare nel corso dei decenni silentemente, senza dare alcun sintomo. Quando i primi segnali compaiono, in genere dopo i 40 anni, la situazione delle arterie è di norma già compromessa e il rischio di complicanze, anche serie, diventa altissimo.
Spesso si considera l’aterosclerosi come un problema esclusivamente cardiaco, quando in realtà può colpire le arterie in qualsiasi zona dell’organismo.
Ciò su cui maggiormente bisogna investire è la Prevenzione.
Tra i principali Fattori di rischio annoveriamo:
➡️ dislipidemia: elevata concentrazione di lipidi nel sangue;
➡️ l'età: il rischio aumenta dopo i 40 anni;
➡️ il sesso: le donne sono maggiormente protette dall’azione ormonale;
➡️ stile di vita: alimentazione equilibrata, regolare attività fisica e diminuzione dei fattori di stress riducono il rischio arterosclerotico;
➡️ fumo: che indurisce la parete delle arterie;
➡️ ipertensione;
➡️ diabete e obesità (soprattutto addominale che sono un vero e proprio circolo vizioso per lo sviluppo di aterosclerosi).
Normalmente l’aterosclerosi non dà sintomi fino a quando un’arteria è talmente ristretta o ostruita da non essere più in grado di rifornire gli organi e i tessuti con un flusso di sangue adeguato. In questi casi si può assistere a manifestazioni simili a quelle di un infarto, ad esempio dolore al torace, mentre nei casi più gravi e che coinvolgono arterie cerebrali può comparire anche intorpidimento e debolezza improvvisi agli arti e/o della muscolatura facciale, difficoltà di parola, balbettio inspiegabile, fino a casi di infarto o ictus quando il distaccamento di un trombo blocca completamente la circolazione o si stacca dalle pareti.
Per la diagnosi sono utili esami del sangue (dosaggio assetto lipidico e glucidico); ecodoppler dei tronchi sovraortici per misurare i flussi in differenti distretti dell’organismo ed altri esami più specialistici quali la misurazione della velocità dell’onda di polso (PWV); indice caviglia-brachiale, utili a diagnosticare l’aterosclerosi e la rigidità vascolare; elettrocardiogramma (ECG) che registra l’attività elettrica del cuore; test da sforzo che è in grado di portare alla luce problemi cardiaci che diversamente potrebbero passare inosservati, l’ecocardiogramma che valuta la performance del muscolo cardiaco e i flussi attraverso le valvole.
Tra gli esami ancora più complessi e mirati si possono eseguire, ovviamente in casi selezionati, dopo le analisi strumentali di primo livello, una TAC (tomografia computerizzata) o angiografia con risonanza magnetica in grado di evidenziare indurimenti e restringimenti delle arterie maggiori, ma anche gli aneurismi e i depositi di calcio sulle pareti arteriose.